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RESPONSABILE DELLA RICERCA

Giovanni Mettivier

Team di ricerca

G. Mettivier, P. Russo. A. Sarno

Partenariati e/o collaborazioni in essere (se esistenti)

AORN Cardarelli, ASL CN1, Istituto Tumori Regina Elena. Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Tipo di attività prevalente 

accademica con ricadute industriali

Ricadute applicative

 

Descrizione dell'attività di ricerca

Il cancro al seno è la più comune forma tumorale che affligge la popolazione femminile. Il modo più efficace per combatterlo è la sua diagnosi precoce. A questo scopo è stato introdotto lo screening mammografico che fa uso della mammografia digitale a raggi X come tecnica elettiva di diagnosi nella paziente asintomatica, in termini di elevata sensibilità (capacità di diagnosi della effettiva presenza del tumore) e specificità (capacità diagnostica di evidenziare la reale assenza di tumore). La mammografia, però, non è un esame che permette una diagnosi ideale. Una delle cause che possono determinare errori diagnostici è la sovrapposizione dei tessuti mammari nella direzione di propagazione del fascio di raggi X, che può comportare falsi positivi o falsi negativi. Con lo scopo di migliorare la prestazione diagnostica in termini di sensibilità e specificità, quindi aiutando a ridurre il tasso di richiami della paziente per esami diagnostici ulteriori, si sono introdotte nuove tecniche tridimensionali di imaging a raggi X come la tomosintesi digitale mammaria (digital breast tomosynthesis, DBT). La DBT, consente di superare – in parte o totalmente – il limite della sovrapposizione del tessuto patologico e quello sano nella direzione del fascio incidente, condizione che può nascondere la visibilità delle anomalie maligne o simulare l’apparenza di una lesione quando non è presente. Infatti, l’esame DBT restituisce decine di immagini di fettine del tessuto mammario in piani ortogonali alla direzione del fascio di raggi X, con una separazione tra le fettine dell’ordine di 1 mm, permettendo così una più accurata localizzazione delle eventuali lesioni rispetto a quella fornita dall’esame delle sole due immagini mammografiche eseguite nello screening del cancro al seno.

Sebbene l’utilizzo della tecnica diagnostica DBT in ambiente clinico abbia mostrato risultati molto promettenti nell’ambito dello screening mammografico, la crescita del numero di immagini da visualizzare e refertare da parte del radiologo può rappresentare un limite alla sua applicazione: in particolare, è stato mostrato che il tempo impiegato per la refertazione di immagini di DBT è approssimativamente doppio rispetto a quello per la refertazione delle due mammografie convenzionali. Anche per questo motivo, e per l’intrinseca complessità della diagnosi di tipo tomografico, la variabilità intra- ed inter-osservatore può aumentare per un esame di DBT rispetto alla mammografia.

Metodi automatici per l’interpretazione di immagini DBT, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale che permettano di riconoscere la presenza e la localizzazione di una lesione, possono avere un notevole impatto in termini di riduzione significativa del tempo di lettura da parte del radiologo, che si potrà avvalere di questo ausilio diagnostico di seconda lettura automatica dell’esame, e di miglioramento della diagnosi, riducendone anche la variabilità tra gli studi effettuati in sedi diverse o da diversi radiologi

Stato dell'attività

in corso da 1 anno, TRL 3

Numero di pubblicazioni strettamente pertinenti, partecipazioni a convegni/ conferenze:

 

Luogo ove viene svolta principalmente l'attività

 


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